Un ritorno all'innocenza (Parte 5)
Senti lo scoppio di questi fuochi d'artificio? Non ti sei mai chiesto come mai, in tutto il mondo, in tutte le culture, in ogni società, ogni anno ci sono giorni di festa? Quei giorni di celebrazione sono una forma di compensazione: queste società hanno sottratto completamente la celebrazione alla tua vita, e se non ti dessero nulla in cambio, come compensazione, la tua vita potrebbe diventare un pericolo per la cultura.
Ogni cultura deve darti qualcosa per compensare, per non farti sentire completamente perso nell'infelicità, nella tristezza. Ma si tratta di false compensazioni: questi fuochi artificiali che senti, per me sono solo un rumore fastidioso, non ti possono rendere felice. Sono adatti solo ai bambini... viceversa, nel tuo mondo interiore, può esistere una festa continua di luci, di musica e di felicità.
Ricordati sempre che una società offre sempre delle compensazioni, allorché avverte la possibilità che le parti represse possano esplodere e diventare pericolose. Essa trova sempre un modo per permetterti di liberare la parte repressa, ma questa non è vera celebrazione, non potrà mai essere vera.
La vera celebrazione deve sorgere dalla tua vita, avviene nella tua vita. Non può essere regolata in base a un calendario, in base al quale il primo di novembre celebrerai.
È strano: per tutto l'anno sei infelice, e il primo novembre, all'improvviso, esci dal tuo stato di infelicità e ti metti a danzare...? O la tua infelicità era falsa, oppure è falso quel primo novembre; non possono essere veri tutti e due. E, una volta passato il primo di novembre, ognuno torna nel suo buco nero, nella sua infelicità e nella sua angoscia.
La vita dovrebbe essere una celebrazione continua, una festa di luci e di colori, tutto l'anno. Solo così puoi crescere, puoi fiorire, trasformando ogni piccola cosa in una celebrazione.
In Giappone, ad esempio, esiste la cerimonia del tè. In ogni monastero Zen, e in tutte le case che possono permetterselo, esiste un piccolo tempio in cui si beve il tè. In questo modo, prendere una tazza di tè non è più una cosa ordinaria, qualcosa di profano. È stato trasformato in una celebrazione.
Il tempio del tè è costruito con caratteristiche particolari, in uno splendido giardino, con un laghetto, i cigni, ed è circondato dai fiori... gli ospiti, per entrare, devono lasciar fuori le loro scarpe. È un tempio. E, come in tutti i templi, non si parla; i tuoi pensieri e le tue chiacchiere, devono essere lasciati fuori, insieme alle scarpe.
Ti siedi in meditazione, e la donna che prepara il tè, segue dei movimenti molto aggraziati, che assomigliano a una danza, ti porge la tazza e il piattino come se tu fossi un dio. Con profondo rispetto... si inchina a ognuno dei presenti che a sua volta accoglie ogni gesto con lo stesso rispetto.
Il tè viene preparato in uno speciale samovar che produce un suono bellissimo, ha una sua musica. E ascoltare la musica del tè, fa parte della cerimonia: ognuno ascolta in silenzio... gli uccelli cinguettano in giardino... il samovar canta la canzone che il tè crea... tutto è pace.
Quando il tè è pronto, ed è versato nelle tazze, non si beve come la gente fa di solito: prima di tutto ne senti l'aroma, poi lo sorseggi, lentamente, come fosse qualcosa giunto a te dall'aldilà... non c'è fretta. E qualcuno può mettersi a suonare il flauto o il sitar...
Una cosa comune -- un semplice tè -- è stata trasformata in una festa religiosa, e tutti ne escono nutriti, rinfrescati, ringiovaniti, rinvigoriti.
E ciò che può essere fatto con il tè, può essere fatto con qualsiasi cosa: con gli abiti, con il cibo... la gente vive semiaddormentata; se così non fosse, ogni vestito avrebbe una propria bellezza, la propria particolarità. Se hai una sensitività, l'abito non serve solo a coprirti; ha in sé qualcosa che esprime la tua individualità, il tuo gusto, la tua cultura, il tuo essere. Qualsiasi cosa fai, dovrebbe essere un'espressione di te, dovrebbe portare la tua firma. In questo caso, la vita diventa una celebrazione continua.
Tratto da: Osho, Vivere, amare, ridere Ed.NSC
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