Per prima cosa prendi una tazza di thè
Una storia Zen:
Joshu, Maestro Zen, aveva chiesto ad un nuovo monaco nel monastero, ‘Ti ho già visto prima?’
Il nuovo monaco rispose, ‘No, signore’.
Joshu allora disse, ‘Allora bevi una tazza di thé’.
Poi si girò verso un altro monaco, ‘Ti ho già visto qui prima?’
Il secondo monaco disse, ‘Si, Signore, certo, mi ha visto’.
Joshu disse, ‘Allora bevi una tazza di thé’.
Più tardi il monaco che dirigeva il monastero chiese a Joshu, ‘Come mai fai lo stesso tipo di offerta a qualsiasi risposta?’.
A questo punto Joshu gridò, ‘Direttore, sei ancora qui?’
Il monaco rispose, ‘Certo, Maestro’.
Joshu disse, ‘Allora prendi una tazza di thé’.
La storia è semplice, ma difficile da comprendere, è sempre così, più semplice è una cosa, più difficile è comprenderla. Per comprendere c’è bisogno di qualcosa di complesso, da dividere e analizzare. Una cosa semplice non può essere divisa e analizzata, non c’è nulla da dividere o da analizzare: la cosa è così semplice. Il semplice sfugge sempre alla comprensione, per questo dio non può essere compreso. Dio è la più semplice delle cose, assolutamente la più semplice possibile. Il mondo può essere compreso, è molto complesso. Più complicata è una cosa, più la mente può lavorarci sopra. Quando è semplice non esiste nulla da frantumare, la mente non può lavorarci su.
Chi è logico afferma che le qualità sono indefinibili, se per esempio qualcuno vi chiede cosa sia il giallo, è una qualità così semplice, il colore giallo, come lo puoi definire? Direste, ‘Giallo è giallo’. La persona logica direbbe, ‘Questo lo so, ma qual’è la definizione di giallo?’. Se dite giallo è giallo non lo state definendo ma semplicemente state ripetendo di nuovo la stessa cosa: è una tautologia.
G.E. Moore, una delle menti più penetranti di questo secolo ha scritto un libro, Principi Etici, e tutto il volume consiste di uno sforzo reale per definire cosa sia buono. Fare sforzi partendo da tutte le direzioni, in due o trecento pagine – e le due o trecento pagine di G.E. Moore sono molte di più delle tre o quattrocento migliaia di pagine di chiunque altro – e poi lui arriva alla conclusione che il bello e il buono sono indefinibili. Il buono non può essere definito – ha una qualità così semplice, quando qualcosa è complessa ci sono molte cose all’interno, ne puoi definire una solo utilizzandone un’altra che è presente. Se stiamo insieme in una stanza e tu mi chiedi, ‘Chi sei?’ posso almeno dire, ‘Non sono te’, e questa diventerebbe la definizione, l’indicazione. Ma se sono solo in una stanza e mi pongo da solo la domanda, ‘Chi sono io?’ la domanda risuona ma non c’è nessuna risposta. Come definire?
Per questo motivo dio è stato perso, l’intelletto lo nega, la ragione dice di no. Dio è la più semplice denominazione dell’esistenza, la più semplice e quella più fondamentale. Quando la mente si ferma non esiste altro che dio, quindi come definirlo? Solo nella stanza. Per questo la religione prova a dividere, quindi la definizione è possibile, allora dicono, ‘Questo mondo non è quello, dio non è di questo mondo, dio è nessuno, dio non è desiderio’. Questi sono modi per definirlo.
Devi mettere qualcosa contro qualcos’altro, poi un limite può essere disegnato. Come fai a porre un limite quando non ci sono vicini? Dove metti la siepe della casa se non hai vicinato? Se non c’è nessuno dopo di te, come puoi recintare la tua casa? I recinti della tua casa esistono per la presenza del tuo vicino. Dio è solo, non ha vicini. Dove inizia? Dove termina? In nessun luogo. Come puoi definire dio? Solo per definirlo è stato creato il diavolo. Dio non è il diavolo – questo almeno si può affermare. Forse non sei in grado di dire che cosa è dio, ma puoi dire cosa dio non è: dio non è il mondo.
Stavo proprio leggendo un libro di teologia cristiana, che dice che dio è tutto eccetto il diavolo. Anche questo è abbastanza per definire, dicendo che è, ‘tutto eccetto il diavolo’ questo disegna un confine, ma non ne è consapevole: se dio è ‘ogni cosa’ allora da dove proviene questo diavolo? Dovrebbe provenire dal ‘tutto’. Altrimenti esistono altre sorgenti dell’esistenza oltre a dio e sono equivalenti a dio, quindi lil diabolico non potrà mai essere distrutto, ha la sua propria sorgente esistenziale, non dipende da dio, quindi: come dio può distruggerlo? Dio non lo distruggerà, una volta che il diavolo è frantumato, dio non può essere definito. Per definirlo si ha bisogno che il diavolo sia sempre proprio intorno a lui. I santi hanno bisogno dei peccatori, altrimenti non esisterebbero. Come saprai riconoscere un santo? Ogni santo ha bisogno dei peccatori intorno,, i peccatori creano le definizioni.
La prima cosa da capire è che le cose complicate possono essere comprese mentre le semplici no. Una cosa semplice è da sola. Questa storia Zen su Joshu è molto semplice, così semplice che ti sfugge, anche se provi ad afferrarla, a prenderla, ti sfugge: così semplice che la tua mente non può lavorarci sopra. Prova a sentire che storia è. Non direi di provare a capirla, perché non puoi capirla, ma prova a sentirla. Molte sono le cose nascoste dentro, prova a sentirle, se provi a comprenderla non c’è nulla - tutto l’aneddoto è assurdo.
Osho, A Bird on the Wing, # 4
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