Una barzelletta cosmica ( Parte 2)
Quando muori, tutto morirà, ad eccezione dell'illuminazione, della tua consapevolezza: nessuno potrà mai portartela via.
Ma la logica che hai imparato nel mondo, ti fa impazzire... è assolutamente logico cercare il denaro, il potere, la fama, il successo; ma è del tutto illogico 'cercare' l'illuminazione. Ed è allora che diventa un'esperienza pesante e molto seria... per questo, le persone religiose hanno un aspetto tanto serio e compassato. Ed è per questo motivo, che gli uomini di chiesa non riescono a concepire che qualcuno possa essere religioso e al tempo stesso allegro... serietà è diventato sinonimo di religiosità.
Hai mai visto un santo ridere? Ed è per questo motivo che i cosiddetti santi hindu sono contro di me: non riescono a credere che un illuminato possa raccontare barzellette, non ci possono credere!
Ma per esperienza personale posso dire che solo un illuminato può raccontare barzellette. Cos'altro gli è rimasto da fare? Egli ha visto la barzelletta più grande: ha visto l'assoluta assurdità della ricerca dell'illuminazione...
L'illuminazione si trova, non attraverso una ricerca, ma giungendo, un giorno, a un punto di tale disperazione, da lasciar cadere qualsiasi sforzo di ricerca.
In quel preciso istante, ci si rende conto, si diventa consapevoli... allorché ogni ricerca svanisce, quando scompare il desiderio, tu sei lasciato solo con il tuo essere; non esiste più un luogo dove andare: sei dentro te stesso.
Il viaggio interiore non è un vero viaggio. Allorché scompaiono tutti i viaggi, quando non c'è più alcun posto in cui andare, nessun interesse di andare da qualche parte... hai cercato in ogni direzione e ognuna ti ha deluso... completamente disperato, semplicemente ti fermi... cadi, ma quel crollo è al tempo stesso il momento della trasformazione. Senza avere un luogo dove andare, sei all'interno del tuo essere. Non avendo nulla da cercare, resta solo il ricercatore. Senza cercare di afferrare qualcosa, all'improvviso diventi consapevole di colui che voleva afferrare... senza essere più interessato ad alcun oggetto -- siano essi il denaro, l'illuminazione, Dio -- resta la pura soggettività. E sei tornato a casa... esplodi in una risata irrefrenabile, perché è lì che hai sempre vissuto!
Si dice che quando Bodhidharma si illuminò, continuò a ridere per sette anni!
E in Giappone si narra di Hotei, il Buddha che ride... il cui insegnamento fu solo e unicamente la semplice risata! Solo una persona che si illumina, potrà ridere con totalità: voi, per ridere, avete bisogno di motivi; un illuminato non ne ha bisogno: ridere diventa semplicemente una sua qualità naturale, per questo si dice che Bodhidharma rise per sette anni, senza mai smettere!
Non esiste ragione alcuna: la semplice assurdità di questa situazione: una infinità di Buddha, che credono di non essere Buddha, e che fanno di tutto per diventarlo! E' ridicolo!
Voi siete tutti dei Buddha. Che lo sappiate o no, non ha importanza: la vostra buddhità non ne è affatto intaccata. Sarete sempre dei Buddha... potete credere di non esserlo; ma la tua convinzione non potrà mai trasformare la tua natura. Ti puoi convincere di qualsiasi cosa! Le tue convinzioni rimarranno sempre superficiali. Nell'essenza più intima del tuo essere, rimani sempre un Buddha... e nell'istante in cui in te non esisterà più desiderio alcuno, diventerai cosciente del tuo centro più intimo. E' il desiderio che ti allontana da te stesso.
E questo è il tuo problema: desideri troppo l'illuminazione, per questo stai diventando tanto serio... nell'illuminazione, non c'è nulla di serio.
Tratto da: Osho, Vivere, amare, ridere Ed.NSC
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