Sentirsi soli è dolore, essere soli è pace
Quando sono da solo, mi sento separato, perso e infelice. Mi amo solo quando sono con altri. Se sono solo, provo vergogna e non mi piaccio. È come si mi giudicassi con gli occhi degli altri.
Questo è uno dei problemi fondamentali che dev’essere affrontato da ogni essere umano.
Non riguarda solo te. È il modo in cui i bambini vengono educati che causa tutta quest'infelicità. Nessuno viene accettato per quello che è; ognuno viene premiato se segue le indicazioni dei genitori, degli insegnanti, degli anziani. Queste indicazioni probabilmente vanno contro la sua natura, perché non sono state create specificamente per lui o da lui. Qualcuno cinquemila anni fa ha creato questi principi, ed essi vengono ancora usati per educare i bambini.
Così, naturalmente, ogni bambino viene allontanato dal proprio essere. Non è più se stesso, diventa un altro. Quest’altro ti viene dato dalla società, dagli altri.
Quando sei da solo, e non c’è nessuno che possa darti degli ordini, ti rilassi nella tua natura. Non occorre fare nulla ora, perché nessuno ti guarda. Ma quando ti rilassi nella tua natura, ti senti colpevole. Ti stai opponendo ai genitori, ai preti, alla società, e loro ti hanno detto che tu, come sei, non sei ‘giusto’. Tu lo hai accettato, ed è diventato un condizionamento in te.
Ciò che fai per tuo conto è sempre condannato, e ciò che fai seguendo altri è sempre lodato.
Nella tua solitudine nessun altro è presente, e quindi non devi pretendere, non sei costretto a essere ipocrita. Ti rilassi in ciò che sei, ma la tua mente è piena della spazzatura che ti hanno dato.
Quando sei con altri, sono loro a darti gli ordini; quando sei da solo, la mente, creata dagli altri, ti fa sentire brutto, colpevole, indegno.
Ecco perché la gente non vuole restare da sola. Vuole sempre essere assieme a qualcun altro, perché in quel caso non avrà occasione di rilassarsi nella propria natura. La presenza dell’altro li mantiene tesi. L’altro è lì e in ogni momento giudica ogni gesto e azione che compi.
Il risultato è che fai solo ciò che ti hanno detto essere giusto. A quel punto la tua mente si sente bene, perché stai procedendo secondo i suoi condizionamenti. La mente è contenta perché ti sei comportato bene: bravissimo!
La gente ha bisogno della folla. Questa è la ragione psicologica dell’appartenenza alla religione indù, cristiana o musulmana, a una nazione o all’altra, a una certa razza. E, se questo non è sufficiente, creerà i rotary club, i lion club.
Non riescono a stare da soli. Devono continuamente essere attorniati da altri. Solo così riescono a tenere viva la tensione e a recitare bene la loro parte. Nella folla non hanno la possibilità di essere se stessi.
Come mai hai paura quando sei solo? Essere soli è una delle esperienze più belle: nessuno ti può dare fastidio e non devi forzarti a fare ciò che gli altri si aspettano da te. Da solo, puoi fare ciò che vuoi. Puoi sentire ciò che vuoi sentire. Tutto ciò che ti occorre è il distacco dalla mente.
La tua mente non è veramente tua, è solo l’agente della folla alla quale appartieni. Non è al tuo servizio, è al servizio della folla. La folla ha posto un detective nella tua testa che ti costringe, persino quando sei da solo, ad agire secondo le regole.
Il segreto è quello di osservare la mente, lasciar corso alla tua natura e poi dire con chiarezza alla mente: “Non mi appartieni; sono venuto al mondo senza di te. Mi sei stata data dopo, con l’educazione. Sei una cosa aliena, che non è parte della mia natura. Almeno quando sono da solo, lasciami solo”.
Devi imparare a dire: “Zitta!” alla mente, e a dare piena libertà alla tua natura.
Rimarrai sorpreso dalla tua bellezza, innocenza e percettività. Quando impari che la mente può essere messa da parte, allora puoi veramente essere solo – quando hai una mente non sei mai da solo, ci sono sempre tutte le voci dei genitori, dei preti, degli insegnanti e dei politici registrate nella tua mente. Essa continua a riprodurle.
È una strategia molto importante giocata dalla società a danno dell’individuo.
Uno psicologo, Delgado, ha lavorato tutta la vita, e con successo, su un progetto che può darti qualche intuizione su di te.
Nel cervello esistono settecento centri. Tutto ciò che fai passa attraverso uno di questi settecento centri. Delgado è riuscito a capire – con un lavoro durato tutta la vita – quale di questi centri controlla una certa attività; per esempio quale centro è attivo con la rabbia, l’odio, l’omicidio. Ha costruito dei piccolissimi elettrodi. Certo, non era ancora autorizzato a sperimentare sugli esseri umani – lavorava sugli animali – ma la sua è stata una scoperta importante che potrebbe cambiare l’umanità.
Una volta ha fatto una dimostrazione in Spagna, impiantando un elettrodo nel cervello di un toro. È poi rimasto fermo di fronte al toro aspettando che si precipitasse a ucciderlo. Ma a nemmeno un metro di distanza il toro di colpo si è fermato, immobile. Cos’era accaduto? La gente non poteva crederci, non aveva mai visto una scena del genere.
Non sapevano che si trattasse di un esperimento: aveva con sé un telecomando, e poteva bloccare le azioni del toro schiacciando un bottone. Aveva lasciato che il toro si avvicinasse moltissimo, fino al punto in cui avrebbe potuto ucciderlo. Ma, schiacciato il bottone, il movimento si era fermato completamente.
L’esperimento di Delgado ha grande importanza. Se cadesse nelle mani dei politici, sarebbe estremamente pericoloso per l’umanità, perché appena il bambino nasce…
Ad esempio, in Russia nessun bambino può nascere in casa; i bambini devono nascere in ospedale. Quello è il momento giusto per impiantare un elettrodo nel cervello del bambino – per esempio un elettrodo che gli impedisca qualsiasi attività rivoluzionaria contro il governo, un elettrodo che gli impedisca di sentirsi infelice, torturato. Il comitato centrale del partito comunista avrà in mano tutti i telecomandi.
Possono avere un sistema secondo il quale se qualcuno pensa in modo anticomunista, si accende subito una luce sul loro quadro di controllo. A quel punto devono solo schiacciare un bottone e tutta la sua rivoluzione, il suo anticomunismo, scompariranno.
Ciò che Delgado ha fatto, e di cui ha dato una dimostrazione, è quello che la società ha fatto anche a te, solo in modo un po’ più rozzo, e che tuttavia ha finora avuto successo. Non ti hanno messo in testa un elettrodo – non sapevano come farlo – ma hanno fatto una cosa che funziona allo stesso modo.
Ti hanno ripetuto in continuazione cos’è giusto. Questa ripetizione di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato crea una zona corrispondente nel cervello, e senza nemmeno usare un elettrodo. A poco a poco inizi a pensare che è la tua mente a decidere ciò che è giusto o sbagliato. Non è così - la società ti ha condizionato.
Puoi accorgertene osservando società diverse dalla tua, perché società diverse hanno condizionamenti diversi. Per esempio la bandiera americana ha un significato per gli americani, perché fin dall’infanzia viene detto loro: “È bello sacrificare persino la vita per la bandiera”.
Ma che cos’è la bandiera? Solo un pezzo di stoffa, senza alcun valore intrinseco. Per un indiano, non avrà alcun significato; per un americano, è tutto. La bandiera indiana è tutto per l’indiano; per l’americano, è nulla.
Quindi non è la tua mente che decide, è la mente della società che ti ha imposto certe idee. Qualunque sia la folla in cui ti trovi, sarà quella folla a darti una mente. Pian piano ti dimentichi completamente che quello non è il tuo vero sé.
I miei sannyasin devono fare una distinzione molto netta: la mente è parte della società, non parte di te. Ciò che è parte di te è la tua consapevolezza, il tuo osservare. Con quest’ultimo puoi essere da solo ma straordinariamente felice. In realtà, puoi essere felice unicamente quando sei solo.
Se sai come essere estatico da solo, puoi anche essere solo in una folla. Chi può sapere che dentro di te sei centrato nel tuo osservare, che la mente non ti sta dando alcun disturbo?
Ci vuole un po’ di tempo, ma quando perdi l’identificazione con la mente, essa perde il suo potere su di te, e inizia a scomparire.
Questo è l’inizio della libertà, la nascita dell’uomo nuovo, la nascita di un uomo autentico. Ora le tue azioni nasceranno dalla consapevolezza, non dalla mente. Agirai momento per momento, potendo vedere la situazione con chiarezza. Non ci saranno problemi nel decidere cos’è giusto e cos’è sbagliato.
La tua chiarezza deciderà cos’è giusto, e ti porterà in quella direzione. Forse non sarà la stessa direzione presa dalla società, ecco perché la società ha paura e vuole importi la sua mente.
Il vecchio metodo è molto lungo. Il metodo di Delgado è semplice – basta qualche secondo – ma è anche più pericoloso. Puoi disidentificarti dalla mente che la società ti ha dato, ma l’elettrodo è un’altra storia.
Anche se non sei identificato, l’elettrodo potrà controllare il tuo corpo. Magari c’è qualcosa che non ti piace fare, ma l’elettrodo ti costringerà a farlo. Sarai completamente indifeso.
In un certo senso questa scoperta può essere una benedizione, perché potremo bloccare tutto ciò che c’è di brutto e d'inumano nell’uomo con una metodologia tanto semplice – una piccola operazione al cervello, l’impianto di un elettrodo.
Se sei sempre arrabbiato, puoi andare dallo scienziato e dirgli che questo è il tuo problema principale: ti arrabbi per delle sciocchezze. Lui può inserire un elettrodo esattamente nel punto in cui nasce la rabbia e può darti un telecomando da tenere in tasca. Quando non vuoi arrabbiarti, schiacci il bottone e la rabbia scompare.
Funziona, ma spiritualmente non è una cosa che voglio sostenere. È un bene per la società, tuttavia, se riesci a gestire le tue emozioni e le tue azioni con un semplice telecomando, non penserai mai a diventare consapevole. Non penserai mai a diventare meditativo.
È strano che tra questi settecento punti del cervello non ce ne sia neanche uno che possa creare la meditazione. Questo vuol dire che essa è al di là della mente, al di sopra della mente.
Se una persona ha una grande chiarezza, può usare gli elettrodi, ma non dovrebbe dimenticarsi della meditazione, perché ognuno di noi non è fatto solo di corpo e di un cervello – è anche un essere luminoso. Quest’esperienza è possibile solo tramite la meditazione.
Il mio suggerimento alla persona che ha fatto la domanda è di dire alla mente, quando è da solo: “Zitta! Non sei parte di me. Lasciami in pace”.
Una storia Sufi... Un ricercatore arriva da un grande maestro Sufi. Quando entra nella stanza e saluta il maestro con gran rispetto, questo replica: “Bene, va tutto benissimo. Ma cosa vuoi?”.
Lui risponde: “Voglio essere iniziato”.
Il maestro allora dice: “Posso iniziare te, ma che mi dici di questa folla che ti viene dietro?”.
Il ricercatore guarda dietro di sé e dice: “Che folla? Sono solo”.
Il maestro risponde: “No, non lo sei. Chiudi gli occhi e vedrai la folla”.
Il giovane chiude gli occhi e rimane sorpreso. Ecco tutta la folla che si era lasciato dietro: sua madre in lacrime, suo padre che gli dice di non partire, sua moglie che piange, gli amici che cercano di fermarlo – tutti i volti, sono tutti lì. Il maestro aggiunge: “Ora apri gli occhi. Puoi davvero affermare che non c’è nessuno che ti segue?”.
Il giovane risponde: “Scusa, hai ragione. Sto portando dentro di me tutta questa folla”.
Al che il maestro dice: “La prima cosa da fare è liberarti della folla. È quello il tuo problema. Quando hai eliminato la folla, è tutto molto semplice. Il giorno in cui la folla non ci sarà più, ti darò l’iniziazione; non posso iniziare una folla”.
Questa storia è molto significativa. Anche quando sei solo, non sei da solo. E invece una persona di meditazione è da sola, anche in una folla di migliaia di persone.
Quando sei da solo, nessuno può vedere la folla, perché è dentro di te. E quando una persona meditativa si trova in mezzo alla folla eppure sola, nessuno potrà vedere il suo essere solo, perché anch’esso è dentro di lui. Conoscere la tua solitudine vuol dire essere in rapporto con l’esistenza, con la natura, con la tua realtà. Questo ti dà un’estasi tale che non puoi nemmeno paragonarla con le gioie provate in passato.
Tu affermi che quando sei con altra gente sei perfettamente felice. Non è felicità, ma solo un’allucinazione, perché la tua mente entra in sintonia con gli altri. Anche loro, quando sono soli, hanno il tuo stesso problema. Insieme accade una certa armonia della mente, un’armonia che ti dà un senso di felicità. Ma è un fenomeno molto superficiale, privo di radici.
Se non puoi essere estatico in totale solitudine, ricorda, tutto ciò che chiami felicità è solo un’illusione.
Quando tutto questo è chiaro, non è difficile metterlo in pratica. Trova del tempo – anche solo qualche minuto ogni tanto – per rimanere da solo.
All’inizio ti sentirai infelice, perché non c’è nessuno che ti dica come sei bello, o che grande artista sei. Non c’è nessuno, solo silenzio intorno a te. Un po’ di pazienza, e l’attenzione a non identificarti con la mente, potrà creare una profonda rivoluzione, quella che ti renderà veramente un sannyasin.
Osho, From Death to Deathlessness