Al di là dell'indulgenza e della repressione -
Osserva di più e la rabbia diminuirà, e diminuiranno anche l’avidità e l’invidia.
Non ti dico di non arrabbiarti, perché questo è ciò che ti è stato detto nel corso dei secoli. I tuoi cosiddetti santi ti hanno detto: “Non arrabbiarti!”, quindi hai imparato metodi per reprimere la rabbia. Ma più reprimi la rabbia e più grande diventa la parte inconscia che crei dentro di te. Stai gettando tutto in cantina, ma poi avrai paura di entrare in cantina, perché tutte quelle cose – rabbia, avidità e sesso – saranno lì. Lo sai bene! Sei tu che le hai gettate lì. Ci sarà spazzatura d'ogni genere – pericolosa, velenosa. Non vorrai più entrarci.
Ecco perché la gente non vuole andare dentro di sé: farlo vuol dire incontrare tutte quelle cose. E nessuno vuole incontrarle; tutti vogliono evitarle. Per migliaia d'anni ti hanno detto di reprimere, e per via di questa repressione la parte inconscia è diventata sempre più grande. Io non posso dirti di reprimere; vorrei dirti proprio l’opposto: non reprimere, osserva, rimani vigile.
Quando la rabbia appare, siediti nella tua stanza, chiudi la porta e osserva.
Indulgere nell’emozione crea abitudine. Se ti arrabbi oggi e ti arrabbi di nuovo domani, e dopodomani, stai creando un’abitudine. Ti stai condizionando a essere sempre più arrabbiato. Se indulgi nella rabbia non potrai liberartene.
È su questo punto che il movimento di crescita personale rimane bloccato. Gruppi di encounter, di primal, di gestalt, di bioenergetica… tante cose splendide accadono nel mondo, ma a un certo punto si bloccano. Il loro problema è che insegnano l’espressione… ed è una cosa positiva, molto migliore della repressione.
Se esprimi, diventa un’abitudine; impari a farlo ripetutamente, e poi non puoi più smettere.
In questa comune si tengono almeno cinquanta diversi gruppi di terapia, per una precisa ragione. Servono per bilanciare le migliaia di anni di repressione – è un modo di riportare l’equilibrio. Servono per portare alla luce tutto ciò che hai represso perché sei cristiano, indù, musulmano, giainista o buddhista. Servono per disfare i guasti che hai dovuto subire nel corso dei secoli.
L’indulgenza crea abitudine, la repressione accumula i veleni all’interno. Nell’indulgenza getti il veleno sugli altri, ma loro non se ne rimarranno zitti e buoni – te lo ributteranno indietro. Diventa una competizione: tu butti la rabbia su altri, loro buttano la loro su di te, e nessuno ci guadagna, tutti vengono feriti, danneggiati.
E se reprimi… Per via della futilità dell’indulgenza, i preti inventarono la repressione. Essa ti tiene alla larga dal pericolo, ti fa rimanere un buon cittadino, un gentleman. Ti tiene lontano dal pericolo di finire nelle maglie della legge o di una reazione ostile. Ti fa muovere senza scosse. La repressione ti aiuta a essere una persona migliore all’interno della società, questo è vero. Crea però una ferita dentro di te, una ferita al cui interno il pus continua ad accumularsi. All’esterno funziona come agente lubrificante, ma all’interno diventi sempre più folle.
Medita – meditazione vuol dire osservare – e arriverai alla libertà e all’estasi.
Osho, The Dhammapada: The Way of the Buddha, Vol 1, #5
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