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Quell’oca chiamata consapevolezza

Spesso vado in panico e ho paura di impazzire.

La cosa fondamentale da capire è che tu non sei la mente - né la parte luminosa né quella oscura. Se ti identifichi con la parte bella, diventa impossibile disidentificarti dalla parte più brutta; sono due facce della stessa medaglia. La puoi prendere in blocco, o la puoi buttare via in blocco, ma non puoi separarla.

Tutta l’ansia dell’umanità dipende dal voler scegliere ciò che appare bello. luminoso; vogliono scegliere quella piccola luce e lasciare da parte il buio che la circonda. Non sanno però che anche quella piccola luce non può esistere senza l’oscurità. Quest’ultima è il sottofondo necessario perché la luce diventi visibile.

Scegliere vuol dire ansia.

Scegliere vuol dire mettersi nei guai.

Non scegliere vuol dire: la mente esiste, con un lato luminoso e uno oscuro, e allora? Cos’ha a che fare con te? Perché dovresti preoccupartene?

Nel momento in cui smetti di scegliere, le preoccupazioni scompaiono completamente. Nasce una grande accettazione: la mente deve essere così, è la sua natura - e non è un problema tuo perché tu non sei la mente. Se fossi la mente, il problema non esisterebbe neppure. Perché allora chi potrebbe scegliere e pensare alla trascendenza? E chi potrebbe cercare di accettare e di comprendere l’accettazione?

Sei separato, assolutamente separato.

Sei solo un testimone e nient’altro.

E invece tu sei un testimone che si identifica con tutto ciò che gli sembra piacevole, e dimentica che la parte spiacevole seguirà l’altra come un’ombra. La parte piacevole non ti disturba - te la godi. Il problema nasce quando si afferma la polarità opposta - allora ne vieni dilaniato.

Ma sei stato proprio tu a dare inizio al problema. Sei caduto dallo stato di testimone nell’identificazione. La storia biblica della caduta dell’uomo è una favola. La caduta vera è questa - quella dall’essere un testimone all’identificarti con qualcosa, perdendo così la tua condizione di osservatore.

Prova una volta ogni tanto a lasciare che la mente sia quello che è. Ricorda che tu non sei la mente. Rimarrai sorpreso di come, quando sei meno identificato, la mente diventa sempre meno potente, perché il suo potere nasce proprio dall’identificazione; ti succhia il sangue. Quando inizi a creare una distanza, a essere distaccato, la mente inizia a restringersi.

Il giorno in cui sei completamente disidentificato con la mente, anche solo per un istante, avviene la rivelazione: la mente muore, non esiste più. Quella stessa mente che era così piena, che non aveva mai pause - giorno dopo giorno, da sveglio, nel sonno, era sempre lì - ora di colpo non c’è più. Ti guardi intorno e c’è il vuoto, il nulla.

Insieme alla mente scompare anche il sé. Ciò che resta è solo una certa qualità di consapevolezza, priva di un ’Io’. Al massimo puoi chiamarla ’essenza’ ma non c’è più nemmeno l’ombra dell’Io. Quando arrivi a conoscere l’essenza, è diventata universale.

Con la scomparsa della mente, scompare anche il sé. E scompaiono inoltre tante delle cose che erano così importanti per te, che ti procuravano tanti problemi. Più cercavi di risolverli e più diventavano complicati; tutto era un problema, angoscioso, e non riuscivi a vedere una via d’uscita.

Ricorda la storia “dell’Oca è fuori”, riguarda proprio la mente e la tua essenza.

Il maestro dice al discepolo di meditare su questo koan: Una piccola oca viene posta a vivere in una bottiglia, e viene nutrita lì. L’oca diventa sempre più grande, cresce, fino a riempire tutta la bottiglia. Diventa troppo grande; non può più uscire dal collo della bottiglia, che è ora troppo piccolo. Il koan è che devi far uscire l’oca senza rompere la bottiglia, e senza uccidere l’oca.

La mente rimane a bocca aperta.

Cosa puoi fare? L’oca è troppo grande; non puoi farla uscire senza rompere la bottiglia, ma questo non è permesso. Oppure potresti farla uscire uccidendola; ma non puoi decidere se farla uscire viva o morta, anche questo non è permesso.
Giorno dopo giorno il discepolo medita e non trova alcuna soluzione, pensa una cosa o un’altra - ma la realtà è che la soluzione non esiste. Stanco, completamente esausto, ha una rivelazione improvvisa... di colpo comprende che il maestro non è interessato alla bottiglia o all’oca; devono rappresentare qualcos’altro. La bottiglia è la mente, tu sei l’oca... e, se diventi un testimone, è possibile. Anche se non vivi davvero dentro la mente, puoi identificarti così tanto con essa che inizi a sentire di essere al suo interno!

Il discepolo corre dal maestro per dirgli che l’oca è fuori. E il maestro afferma: ’L’hai capito. Adesso tienila lì, all’esterno. Non è mai stata dentro’.

Se continui a lottare con l’oca e con la bottiglia, per te non c’è modo di risolvere il problema. La realizzazione è che: ’Questo koan deve rappresentare qualcos’altro; altrimenti il maestro non me l’avrebbe dato. Cosa potrebbe essere?’ Tutta la storia tra maestro e discepolo riguarda proprio la mente e la consapevolezza.

La consapevolezza è l’oca, che non si trova nella bottiglia della mente. Tu però credi che sia lì e chiedi a tutti come uscirne. Io chiamo idioti tutti quelli che non hanno compreso questa cosa.

L’oca è fuori, non è mai stata dentro, quindi il problema di farla uscire non esiste affatto.

La mente è solo un susseguirsi di pensieri che passano di fronte a te sullo schermo del cervello. Tu sei un osservatore. Poi ti identifichi con le cose belle: ma sono solo bustarelle. Quando sei rimasto intrappolato dalle cose belle, ti ritrovi anche nella trappola di quelle brutte, perché la mente non esiste senza la dualità.

La consapevolezza non esiste nella dualità mentre la mente non esiste senza la dualità.

La consapevolezza è non-dualistica, la mente è dualistica. Osserva. Non ti insegno delle soluzioni. La mia unica soluzione è: fai un passo indietro e osserva. Crea una distanza tra te e la mente.

Se una cosa è bella, buona, deliziosa, se vorresti godertela di più, o se invece è brutta - rimani comunque più distante possibile. Guardala come guarderesti un film... L’identificazione è alla radice della tua infelicità. E ogni identificazione è un’identificazione con la mente.

Fatti da parte, e lascia che la mente passi.

Molto presto vedrai che non c’è alcun problema - l’oca è fuori. Non occorre rompere la bottiglia, e non occorre neanche uccidere l’oca.

Osho, And the Flowers Showered, Talk #3

Per continuare a leggere in inglese: clicca qui

 

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